Le attività socio-educative che svogliamo con i nostri anziani sono tante e nascono con l’obiettivo di stimolare cognitivamente ed emotivamente i nostri ospiti.
Marco, un nostro educatore, ha raccolto così un “pezzettino” della storia di un nostro anziano: il racconto di un bellissimo ricordo della sua vita diventa uno strumento per stimolare la concentrazione, i collegamenti visivi e allenare la mente.
Come non condividere una parte cosi importante della vita di V.? Ecco la sua storia!
“Quanto era bello il mare dopo un anno di lavoro”.
Questa è la storia di V., una storia che fino a qualche ventennio fa sarebbe stato un racconto semplice, conosciuto e forse anche un po’ banale.
Oggi invece la storia di V. è una storia di “vecchio stampo” perché, come dice lui, “A quei tempi si usava far così”.
Nato a Castellanza, una vita in appartamento a Busto che come dice V. “non era tanto grande, ma ci bastava e l’ho comprato con i soldi di tanti anni di lavoro”
E’ proprio del suo vecchio lavoro che V. mi racconta spesso: “Facevo il tornitore in una piccola ditta di Busto Arsizio, tutte le mattine per 30 anni, senza perder mai un giorno”, ribadisce fiero e contento, come se raccontandolo rivivesse ancora la sensazione e il suono del cartellino che scandisce l’inizio della giornata.
Mi racconta del tornio, di quando le macchine meccaniche non erano automatizzate, e ogni pezzo che veniva costruito necessitava di attenzione, fatica e precisione. “Ogni pezzo era diverso da quello precedente, erano tutti pezzi unici e irripetibili.” Il lavoro che tutte le mattine raggiungeva con la sua 1100 usata (ci tiene molto specificare che la macchina era usata, perché “Non sono mai stato uno spendaccione”) scandiva la giornata di V., ingresso alla mattina e uscita alla sera… e dopo il suono della sirena di fine giornata tornava a casa dalla moglie e dai figli. “Era bello lavorare, mi divertivo, ma quando suonava la sirena avevo il piacere di tornare dalla mia famiglia”.
Proprio parlando della famiglia, si sente che l’emozione di V. aumenta, cresce, ha voglia di raccontare e nel medesimo tempo si sente un profumo di nostalgia.
“Due bei figli, maschio e femmina, e una bella moglie; è funzionato tutto bene perché in casa c’era amore e rispetto.
Ma soprattutto che bello era portare tutta la famiglia al mare dopo un anno di lavoro. Andavamo a Rapallo, a casa dei suoceri. Non era gigante, anzi era piccolina, ma ci si stringeva e ci si stava anche in due famiglie.”
Quando chiedo a V. cosa ricorda di bello di quel periodo, racconta “Mi ricordo il mare e i miei figli, come erano contenti quando c’erano le onde… vedi lavoravo tanto, ma quanto era bello portare la mia famiglia al mare, dopo un anno di lavoro”.
*abbiamo riportato solo l’iniziale del nome del nostro anziano per proteggere la sua privacy e quella dei suoi famigliari.